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Profughi, Zaccariotto: "Senza grandi clamori, stiamo realizzando ospitalità costruttiva"
21-07-2011 - Ieri, mercoledì 20 luglio, nella Sala della Prefettura a Ca’ Corner la presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto e il prefetto di Venezia Luciana Lamorgese, soggetto attuatore per l’emergenza umanitaria nel Nordafrica, hanno relazionato sulla situazione dei migranti nella Regione del Veneto e in Provincia di Venezia.
Oggi sono circa 300 i profughi accolti in provincia di Venezia (1400 nel Veneto) fuggiti dai Paesi del Nordafrica coinvolti da conflitti bellici, il 70 per cento è composto da soggetti di sesso maschile, i restanti donne e bambini, alcuni neonati. La Provincia nella gestione dell’emergenza profughi si è mossa fin dall’inizio attraverso un lavoro di coordinamento messo in atto dalla presidente Zaccariotto con i 44 Comuni del territorio, con la presentazione di un piano per l’emergenza migranti. Sono già stati avviati, grazie alla collaborazione con associazioni di volontariato, con la Caritas, con i comuni che hanno aderito alla convenzione, progetti di formazione per avviare nel mondo del lavoro i cittadini accolti nei Comuni del Veneziano.
La presidente Zaccariotto: «Oggi è doveroso sottolineare sia come presidente della Provincia, che come sindaco di San Donà di Piave in base all’esperienza che vivo tutti i giorni, la qualità del lavoro sinergico e il valore della progettualità messe in atto dalle istituzioni in un momento di emergenza. Siamo riusciti a mettere all’angolo qualsiasi forma di demagogia, con i sindaci già nel maggio scorso avevamo puntato sull’accoglienza, ascoltando però gli umori dei cittadini del territorio, timorosi di accogliere stranieri lasciati ad oziare su una panchina, e quindi facili prede della malavita organizzata. Ed invece abbiamo subito puntato su progetti di formazione (meccanica, idraulica, formazione linguistica) per avviare i nuovi immigrati al mondo del lavoro. Abbiamo risposto in modo concreto alle richieste pervenute, grazie anche alla grande forza e sensibilità del mondo del volontariato che in certe realtà è stato in grado di fare rete senza spendere un euro, favorendo l’integrazione dei profughi. Ci sono state aziende che hanno regalato i mobili per gli alloggi, e volontari che hanno insegnato ai profughi a cucinare e pertanto muoversi in modo autonomo, chiaramente sempre nel rispetto delle regole».
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